14 dic 2011

Darwin, li turchi!

Le sfide che la Turchia si trova ad affrontare sono di portata davvero ampia: l'eventuale ingresso nell'Unione Europea - uno degli obiettivi principali del premier Erdogan - porterebbe grandi vantaggi a un Paese da sempre in bilico tra Oriente e Occidente, ma esige degli sforzi non facili da parte dell'intera nazione, e forse nemmeno voluti dall'establishment. Se poi lo stesso governo ci mette del suo per apparire retrogrado e repressivo, le cose decisamente  si complicano.

Proprio ciò che sta avvenendo in ambito culturale e scientifico: in particolare, sembra che il primo ministro turco stia combattendo una sorta di crociata contro chiunque manifesti opinioni favorevoli alla teoria evoluzionistica. Un pericoloso passo indietro che mostra, fra l'altro, una certa accondiscendenza verso l'ala più radicale dell'islamismo nazionale. La mossa più eclatante di Erdogan è stata quella del 27 agosto scorso, quando il governo ha emanato un decreto - espediente che evita il ricorso alla votazione parlamentare - che priverebbe l'Accademia turca delle Scienze (TÜBA) della sua autonomia, in quanto due terzi dei suoi membri incluso il presidente verrebbero nominati da altri organismi (guarda caso, di controllo governativo).
Il provvedimento ha ricevuto la condanna di diversi organismi stranieri, e ha causato una minaccia di dimissioni da parte dei membri dell'Accademia.

Una vignetta del New Scientist dedicata al caso turco

Ma i colpi di maglio non si fermano qua. 
1) Risale al settembre 2008 la decisione di un tribunale di Istanbul di rendere inaccessibile nel Paese il sito internet di Richard Dawkins, celebre biologo britannico reo di aver criticato il lavoro del creazionista turco Adnan Oktar, autore di Atlas of Creation.
2) È invece del marzo 2009 il licenziamento di Cigdem Atakuman,  direttrice della rivista scientifica Bilim ve Tecknil ("Scienza e Tecnica"), causato da una copertina - poi sostituita - che mostrava una foto di Charles Darwin. Dopo le veementi proteste di molti scienziati, sarebbe stata poi reintegrata.
3) Il 22 novembre 2011, infine, l'Authority per le telecomunicazioni (BTK) ha predisposto un sistema di filtri per Internet. Niente di particolarmente scandaloso, se non fosse che tra le parole bandite, oltre a quelle legate al porno, ci sono anche "evoluzione" e "Darwin" (qui la notizia riportata da The Telegraph).

Nonostante si mostri come la più secolarizzata tra le nazioni islamiche, la Turchia sta apparentemente virando verso una visione conservatrice della scienza: molti studenti stanno di biologia e medicina stanno abbracciando il creazionismo come dottrina ufficiale, contravvenendo in qualche modo ai fondamenti stessi delle discipline da loro approfondite. In questo contesto, la schizofrenia delle mosse del governo trovano conferma a livello popolare, e purtroppo anche al di fuori dei confini nazionali: lo dimostra la notizia che i lettori della rivista statunitense Time hanno votato Erdogan come uomo dell'anno per il 2011.

La copertina di Time dedicata al premier turco Recep Erdogan

L'ingresso in Europa dei turchi è una questione che dovrebbe essere affrontata con la massima freddezza, senza abbandonarsi a pregiudizi ideologici o religiosi; ma, di fronte a invasioni di campo di questa gravità, il percorso si preannuncia accidentato

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