Denti del giudizio, tendine palmare lungo, orecchie a sventola: queste caratteristiche fisiche erano desiderabili qualche millennio fa, ma a causa dei cambiamenti nella nostra dieta e nell'ambiente stanno scomparendo progressivamente. Tuttavia, non si tratta di inutili vestigia del passato: offrono infatti un prezioso indizio della nostra storia evolutiva.
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Così, anche gli essere umani avrebbero condiviso migliaia di antenati comuni con altri organismi: si può pensare ad esempio ai Neanderthal - i nostri cugini estinti più vicini - per poi passare agli scimpanzé - i più stretti tra i nostri parenti in vita - tornando indietro lungo l'albero della vita dei primati, fino ai primi mammiferi e persino ai primi esseri viventi.
Per 150 anni, i biologi hanno studiato il corpo umano alla ricerca dei resti dell'evoluzione sotto forma di caratteri apparentemente ridondanti oppure di organi doppioni.
Questo "bagaglio eccedente" è stato spesso considerato un riflesso dell'antenato comune e talvolta persino dei vari stadi dell'evoluzione.
Nel suo libro L'origine dell'uomo, pubblicato nel 1871, Darwin redasse una lista di un gran numero di parti del corpo umano in stato rudimentale, cioè strutture che sono assolutamente inutili o dall'utilità davvero scarsa, soprattutto in quanto le condizioni in cui si erano sviluppate non esistono più.
Eccone cinque, ma attenzione: la loro inutilità è solo apparente.
1) Olfatto. Gli umani, in quanto primati, fanno grande affidamento sulla vista, ma anche il loro senso dell'olfatto è abbastanza ben sviluppato, con oltre 300 geni associati a questo speciale senso. Il naso è capace di percepire concentrazioni di componenti odorose così basse come poche parti per trilione. L'olfatto è chiaramente e intimamente connesso con il gusto, e gioca un ruolo importante nelle interazioni sociali, come la scelta del partner e l'avvertimento del pericolo.
2) Peli corporei. La quasi nudità degli uomini rimane uno dei più grandi misteri dell'evoluzione. Un'ipotesi è che sia associata all'esigenza di sviluppare una corsa duratura, tra i 2 e i 3 milioni di anni fa. Ma la questione è: perché rimangono ancora quei pochi peli corporei? Il segnalamento sessuale potrebbe essere una spiegazione, in quanto quelle parti del corpo che sviluppano peli nell'età adulta sono le stesse che producono i feromoni, segnalando così agli altri individui il passaggio dalla pubertà all'età adulta.
3) Denti del giudizio. Quasi tutti i primati possiedono tre molari su ogni lato della mascella, sia nell'arcata superiore sia in quella inferiore. Nel caso di Homo sapiens è una presenza inusuale, in quanto di solito uno o più di questi molari non fa la propria comparsa. Ci sono diverse cause alla base di questo fenomeno (che riguarda circa il 20 % degli uomini contro il 5 % degli altri primati), come le dimensioni ridotte della mandibola e l'affollamento dentale, ma i fattori genetici sembrano quelli prevalenti: la riduzione nel numero dei terzi molari potrebbe essere un esempio del trend evoluzionistico recente, dipendente dalla moderna dieta agricola/industriale. Avremo sempre meno denti, in futuro?
4) Appendice vermiforme. Di che si tratta? Quella che per lungo tempo è sembrata la quintessenza degli organi vestigiali (quindi inutile), ha in realtà giocato un ruolo nel sistema immunitario, contenendo vasi linfatici che aiutano a regolare gli organismi patogeni, gestendo i movimenti del sistema digerente e rimuovendo le scorie.
5) Coccige. Chi non ha mai maledetto questa parte del corpo, fonte esclusivamente di dolore? In realtà, benché non arrechi alcun peso quando si è in posizione eretta, le ossa residuali della coda hanno un compito vitale. Innanzitutto, offrono un aggancio per i muscoli che sostengono gli organi pelvici, ad esempio il muscolo pubococcigeo (ebbene sì, è una delle tre componenti del muscolo elevatore dell'ano), così come quelli locomotori, ad esempio il gluteus maximus (ebbene sì, il sedere).
Ma c'è di più: il nostro stesso modo di muoverci è un residuo del passato di scimmie. L'evoluzione ha cooptato la struttura dei piedi dell'antenato che avevamo in comune con gli altri primati, per favorire una creatura che si muoveva imprevedibilmente su due anziché su quattro arti. Ma l'articolazione mediotarsale dei moderni umani ha molto a che fare con quelle dei nostri parenti più stretti (con i quali condividiamo oltre il 98 % del DNA).
Del resto, siamo degli scimpanzé scesi giù dall'albero, no?
Questo "bagaglio eccedente" è stato spesso considerato un riflesso dell'antenato comune e talvolta persino dei vari stadi dell'evoluzione.
Nel suo libro L'origine dell'uomo, pubblicato nel 1871, Darwin redasse una lista di un gran numero di parti del corpo umano in stato rudimentale, cioè strutture che sono assolutamente inutili o dall'utilità davvero scarsa, soprattutto in quanto le condizioni in cui si erano sviluppate non esistono più.
Eccone cinque, ma attenzione: la loro inutilità è solo apparente.
1) Olfatto. Gli umani, in quanto primati, fanno grande affidamento sulla vista, ma anche il loro senso dell'olfatto è abbastanza ben sviluppato, con oltre 300 geni associati a questo speciale senso. Il naso è capace di percepire concentrazioni di componenti odorose così basse come poche parti per trilione. L'olfatto è chiaramente e intimamente connesso con il gusto, e gioca un ruolo importante nelle interazioni sociali, come la scelta del partner e l'avvertimento del pericolo.
2) Peli corporei. La quasi nudità degli uomini rimane uno dei più grandi misteri dell'evoluzione. Un'ipotesi è che sia associata all'esigenza di sviluppare una corsa duratura, tra i 2 e i 3 milioni di anni fa. Ma la questione è: perché rimangono ancora quei pochi peli corporei? Il segnalamento sessuale potrebbe essere una spiegazione, in quanto quelle parti del corpo che sviluppano peli nell'età adulta sono le stesse che producono i feromoni, segnalando così agli altri individui il passaggio dalla pubertà all'età adulta.
3) Denti del giudizio. Quasi tutti i primati possiedono tre molari su ogni lato della mascella, sia nell'arcata superiore sia in quella inferiore. Nel caso di Homo sapiens è una presenza inusuale, in quanto di solito uno o più di questi molari non fa la propria comparsa. Ci sono diverse cause alla base di questo fenomeno (che riguarda circa il 20 % degli uomini contro il 5 % degli altri primati), come le dimensioni ridotte della mandibola e l'affollamento dentale, ma i fattori genetici sembrano quelli prevalenti: la riduzione nel numero dei terzi molari potrebbe essere un esempio del trend evoluzionistico recente, dipendente dalla moderna dieta agricola/industriale. Avremo sempre meno denti, in futuro?
4) Appendice vermiforme. Di che si tratta? Quella che per lungo tempo è sembrata la quintessenza degli organi vestigiali (quindi inutile), ha in realtà giocato un ruolo nel sistema immunitario, contenendo vasi linfatici che aiutano a regolare gli organismi patogeni, gestendo i movimenti del sistema digerente e rimuovendo le scorie.
5) Coccige. Chi non ha mai maledetto questa parte del corpo, fonte esclusivamente di dolore? In realtà, benché non arrechi alcun peso quando si è in posizione eretta, le ossa residuali della coda hanno un compito vitale. Innanzitutto, offrono un aggancio per i muscoli che sostengono gli organi pelvici, ad esempio il muscolo pubococcigeo (ebbene sì, è una delle tre componenti del muscolo elevatore dell'ano), così come quelli locomotori, ad esempio il gluteus maximus (ebbene sì, il sedere).
Fonte: Ted Zhu, Flickr |
Ma c'è di più: il nostro stesso modo di muoverci è un residuo del passato di scimmie. L'evoluzione ha cooptato la struttura dei piedi dell'antenato che avevamo in comune con gli altri primati, per favorire una creatura che si muoveva imprevedibilmente su due anziché su quattro arti. Ma l'articolazione mediotarsale dei moderni umani ha molto a che fare con quelle dei nostri parenti più stretti (con i quali condividiamo oltre il 98 % del DNA).
Del resto, siamo degli scimpanzé scesi giù dall'albero, no?
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