I social media e gli strumenti a essi associati possono essere delle risorse molto gratificanti e utili per uno scienziato. Se si è in grado di usarli.
La rapida evoluzione di Internet sta andando in parallelo con la tendenza a utilizzare i "Big Data" in campo scientifico. In meno di un decennio, i mezzi a disposizione online hanno ottenuto grandi crescita e popolarità (Fig. 1). Sempre più scienziati stanno adesso cercando di sfruttare tali risorse: in particolare i social media, adatti a una continua trasformazione. Esiste un numero di prove sempre più cospicuo che dimostra come la visibilità pubblica e la conversazione costruttiva - resi possibili dai social media - sono un beneficio per gli scienziati in diversi modi.
1. Migliorando l'efficacia della ricerca
A differenza di quanto pensato da utenti Internet di vecchia data, gli strumenti del Web incrementano la loro produttività e portano a un miglioramento complessivo nell'efficacia della loro ricerca.
Twitter ha aiutato alcuni accademici molto impegnati a proseguire con una nuova ricerca, a preparare il materiale d'insegnamento e a offrire una guida per gli studenti. Facebook ha consentito ad alcuni ricercatori di identificare migliaia di specie di pesci in meno di una settimana. Altri ancora usano le attività online come un modo di organizzare i propri pensieri e le proprie note di ricerca, o di alimentare la creatività e affinare la scrittura.
Le comunità online possono poi rivelarsi particolarmente utili per argomenti di nicchia, dove i membri hanno bisogni specifici o richiedono contatti esperti. Il crescente ricorso a fonti Web può inoltre espandere e trasformare la cultura scientifica tout court: blog e social media offrono strumenti ideali per conversazioni scientifiche estese (sia per i commenti pre-stampa, come http://
arXiv.org, sia per le recensioni post-pubblicazione) e favoriscono discussioni veloci sui temi di maggior interesse.
Infine, è sempre più comune che i blog post facciano da base per manoscritti che vengono poi pubblicati.
2. Tracciando le metriche scientifiche
Un'attiva presenza online può influire direttamente sulle credenziali di un ricercatore, come vengono misurate attraverso le metriche tradizionali. Twittare e bloggare sui propri articoli favorisce il numero di download, persino per quella letteratura più vecchia disponibile da anni ma mai oggetto di attenzione in precedenza.
Per i paper depositati su arXiv, ad esempio, le menzioni su Twitter sono correlate positivamente alle citazioni ricevute, già pochi mesi dopo il deposito. Non è tuttavia ancora chiaro se i tweet portino a un aumento delle citazioni a lungo-termine o se invece si limitino a mettere in luce la scienza di alta qualità, che avrebbe ottenuto visibilità anche in assenza della copertura dei social media.
Questi ultimi, dunque, insieme alle metriche a livello di articolo, risultano particolarmente importanti per misurare l'impatto della ricerca, che non può essere tracciato dagli strumenti di misurazione tradizionali.
3. Potenziando il networking professionale
Le discussioni online possono condurre a interazioni sociali tangibili, con delle ripercussioni nel mondo reale. Lo scambio di tweet può rompere il ghiaccio con qualcuno persino prima di averlo incontrato in un workshop.
Il Web può inoltre ampliare l'influenza di uno scienziato nel mondo della ricerca: fare il Live blogging di una conferenza - discutendo gli sviluppi più significativi di un settore, linkando ad articoli di giornale o a siti di laboratori - fa conoscere ad altri colleghi dei contenuti di valore.
Giornalisti e scienziati che seguono il tweet stream di un evento possono anche essere introdotti a nuovi gruppi di ricercatori con interessi correlati: le opportunità di networking vengono così espanse potenzialmente all'infinito.
4. Allargando l'impatto economico-sociale della ricerca
Insieme alle le connessioni tra scienziati, le interazioni online hanno il potere di rafforzare anche quello tra scienziati e pubblico generalista. I blog erano considerati luoghi importanti per gli scienziati già nel 2006, quando i ricercatori avevano l'urgenza di partecipare con opinioni autorevoli al dibattito ambientale e sviluppare una presenza collettiva nella blogosfera, aumentandone così la credibilità.
Per certi aspetti, Internet può avere una forza maggiore rispetti ai canali tradizionali: quando il contenuto è "virale", l'audience raggiunge dimensioni globali. Un esempio di progetto finalizzato a modificare la percezione della scienza ha recentemente raggiunto questo obiettivo: l'hashtag #iamscience, che sarà presto trasformato in un libro e in un podcast).
Iniziative come questa migliorano il profilo degli scienziati, scacciano gli onnipresenti stereotipi, evidenziano le carriere non convenzionali seguite da molti professionisti. Iniziative come questa sarebbero difficilmente perseguibili nella struttura formalizzata della ricerca accademica.
Tweet su "iamscience"
Volete qualche consiglio su quali strumenti online utilizzare? Non vi resta che proseguire la lettura dell'articolo su PLOS Biology di Miriam Goldstein e Holly Bik.
Per i paper depositati su arXiv, ad esempio, le menzioni su Twitter sono correlate positivamente alle citazioni ricevute, già pochi mesi dopo il deposito. Non è tuttavia ancora chiaro se i tweet portino a un aumento delle citazioni a lungo-termine o se invece si limitino a mettere in luce la scienza di alta qualità, che avrebbe ottenuto visibilità anche in assenza della copertura dei social media.
Questi ultimi, dunque, insieme alle metriche a livello di articolo, risultano particolarmente importanti per misurare l'impatto della ricerca, che non può essere tracciato dagli strumenti di misurazione tradizionali.
3. Potenziando il networking professionale
Le discussioni online possono condurre a interazioni sociali tangibili, con delle ripercussioni nel mondo reale. Lo scambio di tweet può rompere il ghiaccio con qualcuno persino prima di averlo incontrato in un workshop.
Il Web può inoltre ampliare l'influenza di uno scienziato nel mondo della ricerca: fare il Live blogging di una conferenza - discutendo gli sviluppi più significativi di un settore, linkando ad articoli di giornale o a siti di laboratori - fa conoscere ad altri colleghi dei contenuti di valore.
Giornalisti e scienziati che seguono il tweet stream di un evento possono anche essere introdotti a nuovi gruppi di ricercatori con interessi correlati: le opportunità di networking vengono così espanse potenzialmente all'infinito.
4. Allargando l'impatto economico-sociale della ricerca
Insieme alle le connessioni tra scienziati, le interazioni online hanno il potere di rafforzare anche quello tra scienziati e pubblico generalista. I blog erano considerati luoghi importanti per gli scienziati già nel 2006, quando i ricercatori avevano l'urgenza di partecipare con opinioni autorevoli al dibattito ambientale e sviluppare una presenza collettiva nella blogosfera, aumentandone così la credibilità.
Per certi aspetti, Internet può avere una forza maggiore rispetti ai canali tradizionali: quando il contenuto è "virale", l'audience raggiunge dimensioni globali. Un esempio di progetto finalizzato a modificare la percezione della scienza ha recentemente raggiunto questo obiettivo: l'hashtag #iamscience, che sarà presto trasformato in un libro e in un podcast).
Iniziative come questa migliorano il profilo degli scienziati, scacciano gli onnipresenti stereotipi, evidenziano le carriere non convenzionali seguite da molti professionisti. Iniziative come questa sarebbero difficilmente perseguibili nella struttura formalizzata della ricerca accademica.
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