La notizia è questa: in Cina è stato rinvenuto il fossile di quello che sembra essere il più antico primate mai vissuto. Ad annunciarlo, Nature. Un gruppo internazionale di paleontologi, coordinato da Xijun Ni dell'Accademia Cinese delle Scienze di Pechino, ha scoperto una creatura di 55 milioni di anni fa, appartenente a una specie finora sconosciuta. Il nome scientifico attribuitole è già curioso: Archicebus achilles.
Archicebus è un costrutto derivato dalle parole greche ἀρχή ("inizio") e κῆβος ("scimmia dalla coda lunga"), mentre achilles si riferisce, semplicemente, ad Achille. Una delle peculiarità della specie in questione è infatti l'insolita anatomia del tallone, molto simile a quello delle scimmie: proprio la parte del corpo che dell'eroe greco è divenuta proverbiale.
Il più antico scheletro (quasi) completo di primate, Archicebus achilles è stato scoperto nella provincia di Hubei, nella Cina centrale. Fotografia: Paul Tafforeau/ESRF |
Per sottolineare l'importanza del rinvenimento, non è necessario esagerare con le parole (soprattutto se si sa poco o niente di teoria dell'evoluzione).
Il famigerato "anello mancante", ad esempio, non esiste. L'evoluzione non funziona per anelli, né per qualsiasi altra figura geometrica: non c'è mai stato un cammino delle specie animali verso una direzione prestabilita (di cui, casualmente, l'uomo considera se stesso l'acme), per cui non ci sono caselle intermedie da riempire.
Se manca davvero un anello, è quello che dovrebbe mettere in comunicazione gran parte dei giornalisti italiani con il mondo scientifico, facendo loro evitare di fare continui errori che trasmettono poi ai lettori.
Per capire quali novità può portare alla comprensione della nostra storia questo piccolo primate (simile - per dimensioni e forma corporea - a un tarsio) è sufficiente mostrare dove si potrebbe collocare all'interno dell'albero genealogico dei primati.
Il famigerato "anello mancante", ad esempio, non esiste. L'evoluzione non funziona per anelli, né per qualsiasi altra figura geometrica: non c'è mai stato un cammino delle specie animali verso una direzione prestabilita (di cui, casualmente, l'uomo considera se stesso l'acme), per cui non ci sono caselle intermedie da riempire.
Se manca davvero un anello, è quello che dovrebbe mettere in comunicazione gran parte dei giornalisti italiani con il mondo scientifico, facendo loro evitare di fare continui errori che trasmettono poi ai lettori.
Per capire quali novità può portare alla comprensione della nostra storia questo piccolo primate (simile - per dimensioni e forma corporea - a un tarsio) è sufficiente mostrare dove si potrebbe collocare all'interno dell'albero genealogico dei primati.
Come dovrebbe collocarsi Archicebus all'interno della filogenesi dei primati. Fotografia: Mark A. Klinger/Carnegie Museum |
Del peso di 20-30 grammi, aveva abitudini probabilmente arboricole e mangiava insetti: ma, cosa più importante, è di 7 milioni di anni più antico rispetto al più vecchio fossile mammifero conosciuto finora.
Tuttavia, a ulteriore smentita del sensazionalismo inutile di alcune testate, non è ancora possibile affermare se Archicebus achilles sia un nostro progenitore diretto. Per la legge dei grandi numeri, è facile che sia appartenuto a uno dei tanti rami dell'albero che si sono separati e poi estinti, piuttosto che a quello che ha condotto fino al genere Homo.
Come affermato da Lisa Signorile su National Geographic Italia: «Più probabilmente questo fossile è semplicemente uno degli antenati comuni condivisi tra tarsi, lemuri, primati e scimmie antropomorfe, prima che i lignaggi dei primati si diversificassero».
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