Il benessere di una persona può essere peggiorato da quello di un'altra persona. Per rendersi conto di quanto sia vero, bisogna smettere di pensare solo in termini materiali: una volta che le necessità fondamentali della vita sono assicurate, la ricchezza di un individuo è pericolosa non perché riduca quella di un altro, ma perché eleva la persona ricca a uno status più alto.
È proprio questa la parola-chiave: status. Michal Marmot, Professore di epidemiologia e salute pubblica Status Syndrome all'University College di London, nel 2005 pubblicò un testo dall'interessante titolo, con cui coniò l'espressione "Status Syndrome".
La sua tesi è semplice: la posizione socio-economica è un fattore determinante per l'aspettativa di vita. Non si tratta di valori come il reddito, l'educazione o la salute: i benefici sono causati più che altro dalla sensazione di controllare la propria vita. L'autonomia, dunque, è fortemente correlata all'ascesa sociale.
Marmot ne deduce che rendendo la società più inclusiva e partecipata migliorerebbe la salute pubblica.
La sua tesi è semplice: la posizione socio-economica è un fattore determinante per l'aspettativa di vita. Non si tratta di valori come il reddito, l'educazione o la salute: i benefici sono causati più che altro dalla sensazione di controllare la propria vita. L'autonomia, dunque, è fortemente correlata all'ascesa sociale.
Marmot ne deduce che rendendo la società più inclusiva e partecipata migliorerebbe la salute pubblica.
Lo studioso inglese illustra gli effetti della solitudine con una citazione del Nostromo di Joseph Conrad, in cui un uomo abbandonato viene sopraffatto, fino al suicidio, da "uno stato d'animo in cui le ostentazioni di ironia e scetticismo non hanno posto". L'isolamento e la mancanza di autostima predispongono dunque a un peggioramento della salute: ciò vale all'interno di uno stesso Paese, evidenziando come le differenze non siano valide solo tra ricchi e poveri.
La Status Syndrome detta la seguente regola: il controllo logora chi non ce l'ha.
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