La sezione Preistoria e Protostoria della civica raccolta archeologica di Milano, seppur non paragonabile, per dimensioni, ai maggiori musei d'Europa, costituisce - nel suo piccolo - una perla, per chi voglia conoscere le origini del popolamento lombardo.
Non tutti, infatti, sanno che sin dall'età del bronzo, la pianura padana è stata culla di una civiltà paragonabile a quelle più note del Mediterraneo.
Una visita al Castello Sforzesco permette di imparare, oltre a questa nozione generale, anche i dettagli della vicenda.
Nel XIII secolo a.C., la regione insubrica (comprendente gli attuali territori della Lombardia ccidentale, del Piemonte orientale e del Canton Ticino) vede l'emergere della cosiddetta "cultura di Canegrate", molto probabilmente a causa di un'invasione di tribù protoceltiche provenienti dal nord delle Alpi.
La denominazione deriva dalla località, attualmente nella provincia di Milano, dove a partire del 1926 fu portato alla luce un complesso composto da una cinquantina di sepolture, ricche di ceramiche e oggetti metallici. Una delle novità recate da questi gruppi settentrionali sembra essere stata, infatti, la cremazione, che sostituì l'inumazione praticata dai precedenti abitanti della zona. In particolare, i resti venivano collocati in tombe a fossa semplice, oppure rivestite da pietre e sassi.
Ma questa invasione preistorica è particolarmente interessante per un altro motivo: rappresenta il nucleo che, unendosi alle popolazioni liguri già presenti nella pianura padana, diede origine gli antenati delle attuali genti lombarde (ammesso che ne esistano ancora). I due ceppi genetici - quello indigeno e quello allogeno - rimasero separati per poco più di un secolo, finchè si fusero dando avvio alla cosiddetta cultura di Golasecca (sviluppatasi tra il IX e il IV secolo a.C.).
Lo studio linguistico delle iscrizioni appartenenti alle popolazioni golasecchiane ha corroborato quest'ipotesi: la lingua leponzia, rinvenuta in alcune tavolette intorno all'aria di Lugano, apparterrebbe, infatti, alla famiglia delle lingue celtiche.*
Iscrizione leponzia proveniente da Castelleto Ticino, la prima in assoluto in una lingua celtica. Fonte: www.ancient-celts.com. |
La rilevanza di questa scoperta va ben oltre l'ambito regionale lombardo: il leponzio è, finora, la prima lingua celtica di cui si hanno tracce non archeologiche, e quindi rappresenta la più importante prova dell'esistenza dei Celti. Tutto ciò è abbastanza in contrasto con l'opinione comune: un popolo considerato spesso illetterato fa il suo debutto nella storia proprio attraverso dei documenti scritti, e per lo più in un'area, l'Italia, mai vista come parte del suo mondo.
Ma, proprio per questo, è ancora più importante fare un salto al Castello Sforzesco per conoscere meglio le culture di Canegrate e di Golasecca: sono alcune delle pietre miliari del nostro passato, e meritano di essere studiate come tali.
Mappa che evidenzia la centralità dell'Insubria nel sistema commerciale mediterraneo. |
* Lejeune, Michel (1971), Lepontica. Paris: Société d’Édition “Les Belles Lettres”.
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